Antonio Bellu tempo fa mi intervistò sulla sua molto seguita, ma soprattutto molto apprezzata, newsletter Let me tell it in un numero dal titolo Dalla blogosfera a Substack. A quei tempi, era il dicembre 2023, c’era già Newsletterati, conoscevo il progetto, ma non sapevo che dietro ci fosse (anche lui). Nel numero si parlava di newsletter e il motivo per cui ero lì era facile facile: Una cosa al giorno è una delle newsletter più longeve in Italia. Non sta a me certo dire se interessante o meno, ma una cosa non la posso negare: dieci anni sono tanti e tra il 24 marzo 2025 saranno undici.

Ritorniamo ad Antonio: qualche settimana fa gli scrivo dicendo se conosceva qualcuno che aveva fatto newsletterati perché dentro ci stanno un sacco di belle newsletter e – hey – mi piacerebbe esserci, farne parte, dare un piccolo contributo se possibile. Antonio mi chiede una short bio che io tra una cosa e l’altra non ho mai mandato e qui me ne scuso ancora una volta. Dopo qualche giorno torna e mi dice: “Abbiamo votato, sei dentro“. Ringrazio tutto felice e una volta dentro chiedo: vorrei fare due domande a chi ha fondato newsletterati, ma non so chi sia. Ed eccomi qui a fare qualche domanda ad Antonio che con Jacopo Perfetti – come ci racconterà – ha creato questo newtwork dove orientarsi in un mare – adesso veramente – magnum di newsletter. Sì, sono tutte molto belle, ma non fidatevi di me che sono di parte, date una occhiata voi.

Antonio, quando nasce Newsletterati, c’è una data simbolica?

Non ho una data precisa per il lancio ufficiale, ma posso dire che il progetto ha iniziato a prendere forma concreta all’inizio dell’estate del 2022. È stato in quel periodo che i primi autori hanno aderito, trasformando un’idea embrionale in un progetto che cominciava a respirare e a crescere.

Da chi nasce: fuori i nomi

L’idea è nata da una serie di conversazioni tra me e Jacopo Perfetti, con cui condivido molte riflessioni sul mondo delle newsletter e sulle strategie per promuoverle. Anche se il progetto ha preso forma inizialmente da queste discussioni, col passare del tempo il gruppo ha abbracciato una struttura totalmente democratica, dove ogni decisione (ad esempio l’accettazione di nuovi membri) viene discussa e concordata da tutti. Una trasformazione naturale, che ha reso il progetto molto più partecipativo.

Quante newsletter all’inizio, quante ad oggi?

All’inizio eravamo pochini: c’erano la mia newsletter, quella di Jacopo, Matteo Aliotta, Valerio Bassan, Antonio Civita e Giorgio Taverniti. Poi, pian piano, il gruppo ha iniziato a crescere. Sono arrivati Stefano Mirti, Gianluca Diegoli, Enrica Cariello e molti altri, ognuno con il proprio stile e la propria visione, arricchendo il progetto e rendendolo qualcosa di più grande e complesso di quanto avremmo immaginato all’inizio. Ora la directory può contare sulle newsletter di 36 autori.

Ok, ma perché newsletterati?

All’inizio l’idea era tanto semplice quanto ambiziosa: creare un network di newsletter belle da leggere e da condividere, un punto di riferimento per contenuti di qualità su argomenti diversi. Non una piattaforma nel senso tradizionale, ma piuttosto un ponte, un luogo che facilitasse la scoperta di pubblicazioni interessanti e desse spazio a informazioni curate con passione da veri professionisti. Se vogliamo, possiamo paragonarla ai webring di una volta (se hai già più di qualche capello bianco ricorderai cosa sono). D’altronde, mancava uno spazio che valorizzasse davvero le newsletter di nicchia e, seppure Substack ci stia provando negli ultimi anni col suo network, quello che abbiamo voluto creare noi è qualcosa di più personale, più attento, un rifugio per quelle perle che rischiavano di rimanere nell’ombra.

Prossimi passi?

Non so cosa ci riserverà il futuro: spero riusciremo a dare più visibilità alle newsletter ed ai loro autori, magari con eventi fisici dedicati, e momenti in cui spingere il gruppo oltre i confini del nostro angolo su Telegram – che, a dirla tutta, è già un piccolo mastermind dove ci confrontiamo ogni giorno su diversi temi.

Per ora resta un’isola felice, uno spazio sereno dove costruire relazioni autentiche e condividere idee con persone che condividono la stessa passione e visione.

E che poi, chissà, magari col tempo crescerà in qualcosa di più grande.