Il primo giorno di #Bto2012 è appena finito. Scrivo infatti questo post a cavallo della mezzanotte, mentre “gli altri” sono giustamente a sbevazzare. La prima parte e l’inizio della giornata l’ho racconta qui: ho posto l’accento sulla qualità dei dettagli e dei panel seguiti e anche su alcune cose che non hanno funzionato. Cose tecniche comunque, per “noi” che eravamo lì a raccontare quel che succedeva: mi sembrava giusto farlo, anche se quei i problemi magari non hanno riguardato il 90% dei presenti in sala.
Di pomeriggio però la musica è cambiata: e non è solo un modo di dire. Partiamo dalla connessione: magicamente ha preso a funzionare nonostante la main hall sia rimasta piena di gente. E poi, sarà stata la musica, o la forte tensione che avevo di mattina, ma tutto è andato per il meglio.
Il titolo del panel più atteso del pomeriggio e forse della giornata (a parimerito con Il Turismo del Futuro accennato nell’altro post) ha per titolo proprio “Sarà la musica che gira intorno“.
Roberta Milano (poi farò un po’ apposito su di lei e Robi Veltroni) pone subito la domanda: la musica può essere un driver per il turismo? La risposta viene data dagli ospiti invitati a parlare.
Buco il nome del rappresentante delle Fiandre che racconta l’incredibile esperienza di tomorrowland.be e di come sia stata la musica e i festival ad attrarre turismo: molto impressionanti i numeri e il coinvolgimento sociale. Poi è toccato all’Italia con le esperienze della Puglia e della Basilicata. Le due regioni forse più attive da questo punto di vista: la promozione dei loro territori passa (moltissimo) attraverso la musica.
Ecco in pochissime parole: la musica è un drive fortissimo per il turismo e in Italia si fa poco. Ma quel poco che si fa funziona.
La parte finale è poi dedicata agli #HSA2012: gli Hospitality Social Haward 2012 con Patrizio Roversi e Susy Bledy a presentare. Al di là della cronaca dei premi che trovate rileggendo i tweet, la cosa bella è stata vedere tanti operatori privati che in ambito “social” investono tempo, risorse ed energie scommettendo moltissimo, creando case history interessantissime e ottenendo dei “ritorni” enormi. Invito nuovamente a rilggere #HSA2012 e a segnarvi i nomi e le storie citate: scoprirete piacevoli mondi che forse ignoravate. Almeno io molti di questi sì.
Infine “aperi-cena” finale.
Quindi, bilancio del primo giorno?
Due cose mi hanno veramente colpito.
La prima è “l’esperienza Bto”: tanta gente, tutta molto attenta. Ma tanta veramente, voglio chiedere agli organizzatori se hanno dei dati da poter comunicare. E la quantità mi ha impressionato in proporzione all’attenzione di chi era presente, alla voglia di porre domande, di reagire agli stimoli. L’esperienza Bto però non è solo il panel, è tutto quello che ruota intorno: il conoscersi, il potersi parlare, scambiarsi vedute, “viaggiare nelle storie delle persone” che spesso vivono quei territori di cui parlano.
Il secondo aspetto è “scientifico”: non ho certamente seguito tutti i panel del primo giorno, ma ho parlato con molte persone che erano presenti in panel diversi dai miei. Ho riscontrato tra la mattina e il pomeriggio un forte entusiasmo, un essere “appagati”: attenzione alle conferenze spesso e volentieri è “fuffa”, per dirla senza peli sulla lingua.
Domani è un altro giorno, anzi lo è già.