Nota bene: questo articolo è stato scritto nel 2015, ma ancora oggi ha senso leggerlo secondo me, sapendo appunto che è stato scritto quasi 10 anni fa.
Premessa: il vero titolo è “Ma perché devi ancora scrivere un post del genere?” La risposta è molto semplice: nonostante tutto (anni che stiamo su Fb, corsi, articoli, etc etc) succedono ancora due cose. La prima è che qualcuno, costantemente, ti chiede di mettere like alla sua pagina. Cioè ad una pagina che amministra o per lavoro o proprio perché è la sua. La seconda è che spesso sono degli insospettabili a farlo, ovvero “colleghi”:
più sono duri e puri più ti invitano a fare laic alla loro pagina
— mafe (@mafedebaggis) 13 Gennaio 2015
Non passa giorno che non me ne arrivi una almeno. Allora adesso ci provo pure io a spiegare perché non devi mai utilizzare lo strumento “invita amici” per far crescere la tua pagina su Facebook. Chiusa premessa.
Motivo numero 1 – È fastidioso
Molto fastidioso: ricevere una richiesta di like ad una pagina è una richiesta di per sé invasiva che “costringe” a mettere like solo ed esclusivamente per il legame che ci lega con chi ci ha richiesto questa azione. Tanto che decidiamo di metterlo, spesso e volentieri, solo appunto se ci sentiamo vicino o meno alla persona che ce lo chiede. E se a chiederlo è un “amico” su Fb con cui abbiamo una relazione meno forte ci sentiamo meno in colpa a prescindere.
Io ormai da qualche anno ho adottato un metro: se mi chiedi di mettere like non lo metto a prescindere da chi tu sia. Mai.
Una obiezione a questo ragionamento potrebbe essere la seguente: ma se io penso che a quella persona quella pagina possa piacere?
Risposta: se sei l’amministratore di quella pagina è per il tuo di bene che mi hai invitato, oppure se sei veramente mosso da buoni intenti trova un altro modo rispetto “all’invita amico” (sotto te ne dico qualcuno) per attirare la mia attenzione.
Adesso sei di fronte ad un bivio: o ti basta quanto scritto ora e quanto altro di simile scritto da tante altre persone prima di me, o vai avanti. In quel caso sei duro di coccio, te lo dico.
Motivo numero 2 – È inutile e dannoso.
Hai capito bene: inutile e dannoso.
Inutile: chi ti mette like per educazione, proprio perché in relazione con te, molto probabilmente non interagirerà mai con la tua pagina. Non interagendo mai è molto probabile che Facebook non gli faccia vedere i contenuti della pagina. Per cui per la tua pagina quel tuo amico è solo un numero che serve a far stare buono il tuo cliente (giusto il tempo che capisca e poi…) o peggio a farti vincere truccando al solitario. In gergo si chiamano “vanity metrics”: ho MILLEMILA “fan” su Facebook e una interazione ridicola. A questo punto a Roma direbbero: “Milemila “fan”? E sti cazzi nun ce li metti?”
Dannoso / 1: qui viene il bello. Con le percentuali di copertura organica dei post di Facebook, ormai inequivocabilmente basse, per diffondere i tuoi contenuti hai la possibilità di utilizzare il programma Facebook Ads, ovvero distribuire a pagamento i contenuti che produci su Facebook. È inevitabile, è già così ora e andrà sempre più in questo modo: si chiama social advertising, ma non si legge pubblicità.
Quindi se distribuirai contenuti a pagamento a chi ha messo mi piace i tuoi contenuti e tra queste persone ci sono tuoi amici (oppure peggio, like comprati, ma vabbè) starai spendendo i tuoi soldi alla (come dicono in Francia) “cazzo di cane”.
Quindi se non sei sensibile al fatto che invitando i tuoi amici a mettere like li stai infastidendo, spero che sarai sensibile al fatto che stai spendendo soldi. Inutilmente.
Esempio: tempo fa mi arrivò la richiesta di mettere like ad una pagina di una officina meccanica di Perugia. Io vivo a Catania. Così, per capirci.
Dannoso / 2: attraverso lo strumento della creazione di pubblico su Facebook, hai la possibilità di creare una “Lookalike Audience”, un gruppo di persone a cui indirizzare i tuoi contenuti sponsorizzati generando appunto questo gruppo a partire, tra le altre cose, da chi ti ha già messo like.
Questo strumento è molto, molto, molto utile se la tua pagina è cresciuta (anche di poco) con la schiena dritta, ovvero in maniera “volontaria”, ovvero portando le persone a mettere volontariamente like.
Si chiama appunto LookAlike Audience = Pubblico simile.
Quindi, se è simile a me, l’autofficina di Perugia potrà chiudere. Ok, direte voi ora, ma mica erano tutti di Catania gli amici che ha invitato, ci saranno anche di Perugia. Certo, verissimo, ma se tra questi c’è chi non ha una macchina?
L’esempio, mi sembra, abbastanza estremo, ma chiaro.
Creato un pubblico simile (o non simile se hai invitato i tuoi amici) a quello esistente poi puoi farci tante cose, tra queste fare delle sponsorizzate targettizzate per far crescere la pagina.
Sulla creazione del pubblico ci sarebbe molto altro da dire, ma intanto qui direi che basti.
Come far crescere la tua pagina senza invitare i tuoi amici
Disclaimer: non c’è nessuna formula magica e non è neanche detto che la tua pagina debba crescere, crescere, crescere. L’importante è che sia attiva e che generi conversioni (le conversioni le stabilisci tu).
- Non invitare i tuoi amici a mettere like (spiegato sopra).
- Se proprio vuoi che i tuoi amici sappiano di quella pagina, di tanto in tanto condividi sulla tua bacheca i contenuti della pagina. Ogni tanto.
- Se proprio vuoi che un amico x sappia di quella pagina, fai un post nella tua bacheca, taggalo e faglielo sapere. ATTENZIONE: se fai un post dove tagghi 20 persone non hai capito, ancora una volta, proprio nulla.
- Destina un budget per far crescere la pagina attraverso ads: potrai targettizzare moltissimo e anche in profondità, le persone che vedranno e sceglieranno volontariamente se seguire o meno la pagina. ATTENZIONE: se ora pensi “ma allora perché non comprarli” continui, ancora una volta, a non capire.
- Implementa on line e off line segnali verso la tua pagina. ATTENZIONE: non starai mica pensando di mettere l’adesivo “siamo su Facebook” nel bagno del tuo locale, vero?
- Fai in modo che la tua pagina sia utile per chi la segue già, le interazioni aumenteranno, la pagina crescerà, ma sarà soprattutto “VIVA”. Ora senti questa: meno velocemente crescerà la pagina e più solidamente verrà su.
ps.
Mi costerà caro lo so, ma ho intenzione di pubblicare questo post ad ogni amico che riterrò tale che mi inviterà a mettere like. Agli altri un bel “ciao ciao”.
UPDATE
Se le avete provate tutte e il vostro cliente insiste che vuole più like senza spendere in ads, ditegli che è come avere dei clienti in negozio cartonati per far sembrare il negozio pieno. Magari lo capisce.
Ho creato uno scaffale digitale con i libri che leggo e che riguardano il mio lavoro:
clicca qui se sei curiosə*!
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13 Commenti
I commenti sono chiusi.
Faccio il socialmediacoso per mestiere, e userò questo articolo come autoritas per non fare invii massivi ad amici di amici e amici di clienti!
😀 speriamo che ascoltino.
Tutto bello, tutto giusto. Ma se il tuo budget è uguale a zero come fai? Domani glielo racconto a chi mi ha chiesto di gestire due pagine senza spendere un euro. Ovviamente con l’incarico di trovare TANTI contatti. 😉
Cara Ironica, è un problema che sempre più spesso accade. Ti dico come faccio io: non accetto l’incarico. E sai perché? Perché poi sarebbe il cliente, giustamente, a non rinnovare il contratto e quindi sarei senza lavoro. Tanto vale che lo rifiuto subito e cerco altro. Oppure provo a spiegargli, facendo vedere le statische, che senza distrubuzione a pagamento sarà sempre, sempre, sempre più difficile ottenere risultati.
Ancora: spiego che questi contatti se non sono quelli giusti non servono a nulla. Spiega al cliente la cosa così: li vuoi dei clienti cartonati dentro il tuo negozio per far sembrare che c’è confusione? 😀
… chiedi al cliente senza soldi per X cosa succede se va in farmacia e chiede un medicinale ma non ha soldi per il farmaco che ha chiesto!
😀 oppure gli chiede se lo può pagare la metà 😀 ps. è il problema tra chi vende servizi e chi vende prodotti.
[…] Stamattina ho letto un articolo scritto da Rocco Rossitto, dal titolo “Perché non devi mai invitare i tuoi amici a mettere mi piace sulla tua pagina“. […]
Ciao Rocco, ho appena finito di leggere questo tuo articolo ed ecco, purtroppo, devo ammettere che soprattutto all’inizio anche io ho commesso questo errore. Però devo dire che quando apri una pagina aziendale, Facebook ti costringe a raggiungere circa le 30 persone per poter iniziare ad usarla. Quindi ho dovuto partire invitando i miei amici.
Poi ho continuato ad invitarne qualcuno e dopo un po’ ho capito che non era la cosa migliore da fare. Quindi ho cominciato a fare advertising con Facebook e a sponsorizzare alcuni post che ritenevo interessanti.
Cosa faccio ora? tolgo i miei amici dalla pagina così non li disturbo più? o lascio le cose come sono?
Grazie in anticipo del tuo aiuto.
Enrico
Te li ricordi tutti, uno per uno? Direi di lasciarli stare, 30 amici non sono il male soprattutto se poi la pagina è cresciuta per come dici. Al limite puoi sentirli e dirgli che se non interessa levano loro il like 🙂
[…] Invitare i tuoi amici a mettere Like sulle pagine che amministri: no, no e poi no […]
Bene, ho sbagliato tutto, ma non è troppo tardi per ravvedersi, finora però sei l’unico che abbia consigliato gli annunci pubblicitari di fb, il punto che non capisco è: anche quando si mette un like per vero interesse la pagina tende a sparire se non si seleziona “ricevi le notifiche”, come ovviare a ciò? Grazie
Ciao! Molto interessante il tuo articolo, ma avrei una domanda. Se la realtà che dovessi far conoscere in giro non fosse un’azienda ma una organizzazione non profit, con poche risorse in generale e pressoché nulle per la comunicazione, come ti regoleresti?(Ovviamente senza tenere in considerazione tutto il lavoro che viene svolto anche off line)
Dal mio punto di vista inoltre gli ads per Onlus &Co. possono essere deleteri per la reputazione dell’organizzazione, perché danno l’idea di una mercificazione di certe tematiche.
Non credo che la reputazione di una Onlus che faccia bene il suo dovere possa essere messa a repetaglio da uno strumento, ma semmai dall’uso che fa di quello strumento. Tante onlus nazionali e internazionali fanno uso di pubblicità classica ad esempio, senza che ci siano problemi. In questo caso poi si tratta di distribuzione dei contenuti. Ad ogni modo se non ci sono risorse, la Onlus potrebbe attivare la sua community on line per “diffondere il verbo”, ricondividendo i contenuti sui profili così da diffondere la pagina. In quel modo gli amici decidono o meno se seguire la pagina.