“Servirsi dell’immaginazione per definire quel tipo di strategia che crea valore attraverso la differenziazione”

Ho aperto la p.iva nel 2008 e anche se questa non è la data di “inizio lavori”, la prendo come simbolo. Da quel momento ad oggi penso sono state più le idee e le proposte rifiutare che quelle accettate.

Dico idee e proposte e ci metto dentro tutto (anche copy, per dire) ciò di cui mi sono occupato. Se dovessi fare un bilancio direi più 80% rifiutate e 20% accettate che 70 e 30.

Di queste una parte a ben ragione direi, ma la parte già grossa per miopia, per la mancanza di voler “giocare nuovo”, di voler fare delle scelte strategiche diverse che tali fossero e non puntassero solo ad essere più “efficaci operativamente”

Ogni tanto, ciclicamente, mi sono anche convinto che questo “giocare nuovo” fosse frutto della mia miopia (che non ho, in realtà), fosse un limite mio, che non è lì che si gioca la partita delle aziende, che io “da freelance” non tengo conto di molte cose.

Per fortuna però poi ritorno nel mio 20%, che è il posto dove sto meglio.

La strategia di un’organizzazione è ciò che la rende diversa, non migliore dei propri competitor.

Da leggere “Back to strategysu Futuri preferibili di Matteo Roversi e Paolo Gervasi (soprattutto se pensi di stare in quel 20/30%).