I catanesi Metatrone cantano di Dio attraverso l’heavy metal. Il loro nome vuol dire “trono metafisico di Dio” ed è anche il nome dell’angelo custode di Davide, quando ancora era pastore, prima di diventare Re.

“Io sono metallaro”. Davide ci scherza su e continua: “Ci tengo a far vedere questo lato del metal. Siamo un po’ cauti a dire “heavy metal” dipende chi abbiamo davanti, a volte ci sono dei pregiudizi, se dici che fai heavy metal ti guardano, non ti dico male, ma con sospetto. Anche se in realtà abbiamo dei brani in cui non c’è né parte ritmica, solo chitarra acustica e voce, come in Ave Maria, o Santi Beati”. Davide Bruno è il tastierista dei Metratone. Suonano metal, ma un tipo particolare. Si chiama “White Metal”, o “Christian Metal.” “La differenza – spiega Davide – sta nel contenuto dei testi. I suoni però sono quelli, quelli del metal che conoscono tutti.”

 

Tutto ebbe inizio alla fine degli anni 90 con la formazione della band a Catania, dove vivono e lavorano. La vera chiave di svolta, invece, avvenne nel settembre 2001. Davide, che per sua stessa ammissione era “lontano dalla fede”, entra in seminario. A quel punto i Metatrone non sanno bene cosa fare, e come continuare: “quando lui entrò in seminario – racconta Stefano Calvagno, che suona la chitarra – ci siamo chiesti cosa dovessimo fare realmente. Saranno passati 15 giorni, giusto per capire un po’. Poi abbiamo fatto questa scelta di comune accordo perché Davide aveva l’esigenza, spirituale e sentimentale, di scrivere testi ispirati e che parlassero di Dio, di Gesù Cristo, della fede.” Dopo qualche anno, nel 2006, arrivò il primo disco, “La Mano Potente”, in due versioni: in inglese, 11 tracce per 45 minuti, con una prima distribuzione in Giappone e in Europa e uno in italiano, 8 tracce per 32 minuti. “Con la versione in italiano – racconta Virgilio Ragazzi che suona il basso – abbiamo fatto vedere che era possibile parlare in italiano di Gesù attraverso il metal”. Grazie al disco i Metratone riescono perfino ad esibirsi alla Giornata Mondiale Della Gioventù, nel luglio 2008, in Australia. Tony Zappa, il batterista, racconta che tutto fu per caso: “Abbiamo mandato un cd al Pontificio Consiglio per i Laici, che si occupa dell’organizzazione della giornata e dipende dal vaticano, a Roma. Era il mese di novembre, dopo 15 giorni ci hanno risposto che avevano preso in considerazione la cosa, dopo un mese arrivò la notizia che avremmo suonato”. Neanche a dirlo: l’unica band metal ad esibirsi, con tutti i cardinali in prima fila, seduti, ad ascoltare e dietro i ragazzi ad urlare e saltare. Il loro cd finisce pure nelle mani del cardinal Bagnasco.

 

E il Papa? “No, il Papa non ci ha sentiti – spiega Davide. Però comunque anche lui ha vagliato la cosa. Abbiamo avuto un sacco di domande del genere, perché in documenti passati si era pronunciato contro la musica metal e rock che poteva essere un veicolo di violenza, e tutti ci chiedevano questa cosa”. Jo Lombardo, che del gruppo è il front-man, ha un ricordo forte di quell’esperienza: “il pubblico reagiva positivamente, urlava, mi coinvolgeva, c’era un coinvolgimento reciproco”. Dopo l’Australia i Metatrone hanno continuato a suonare. Per Pasqua sono stati invitati al Festival des Pasques a Chartres vicino Parigi: “C’era anche la messa, il festival è organizzato ogni anno dalla Diocesi e dal Comune, c’eravamo solo noi heavy metal, poi c’erano varie tipologie di musica. La cosa che ci ha sconvolto è che c’era gente che aspettava di entrare, erano metallari, anche se era la festa di Pasqua, con la messa e il clima di un certo tipo.”

 

Il viso di Jo, un po’ imbarazzato, si illumina quando racconta dei loro concerti, Virgilio annuisce e ogni tanto interrompe. Raramente si contraddicono. Poi interviene Stefano: “Quello che non manca è il divertimento che è il condimento di tutto. La nostra amicizia è alla base di tutto. Non facendolo per mestiere è la passione e il divertimento a legarci in maniera forte”. Già, le soddisfazioni, come quando gli hanno richiesto un cd da spedire in Amazzonia, o quando qualcuno compra il disco tramite il sito dall’Asia. “Abbiamo sostenitori in tutti e quattro i contenenti – taglia corto Virgilio che si occupa della parte web. Ci manca l’Africa, però. Anche la nostra newsletter viene seguita in Italia e all’estero. Stesso discorso per il guestbook”. Eppure i Metratrone, ancora, non suonano a tempo pieno, per mestiere.

Oltre Davide, che a giugno ha terminato il seminario, gli altri ragazzi svolgono lavori diversi. Jo lavora presso una fabbrica di elettromeccanica, Virgilio fa il web-designer, Stefano è un medico che ha intrapreso la carriera universitaria, e Tony da buon catanese “si arrangia” e rivendica il suo essere musicista a tempo pieno. Il prossimo futuro? “Stiamo lavorando al disco e siamo a buon punto, poi si vedrà”, rispondono. Mai come in questo caso le vie del Signore sono infinite. Amen.

I Love Sicilia (Giugno 2009)