Quando anni fa scrivevo (male) di musica e c’avevo 20 anni, c’erano dei nomi (una ventina, non di più) che firmavano pezzi da cui cercavo di “prendere spunto” per poter migliorare il modo in cui scrivevo. Poi vabbè sono passati 20 anni appunto, le riviste di carta di musica non esistono (quasi) più e quella “scena” di giornalisti musicali (veramente valida e a cui – ribadisco l’ovvio – non appartenevo) ha preso strade diverse e anch’io per (s)fortuna. Ma io la loro firma sui pezzi me la ricordo ancora, anche se è di un altro mondo che sto parlando.
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Damir Ivic chiacchiera con Emiliano Colasanti (42 records) e ci sta tutto che per capire dove siamo, non dobbiamo dimenticare da dove veniamo: