Qualche tempo fa (un anno? 6 mesi?) ho scaricato Snapchat e dopo averci passato un’ora senza manco riuscire a mettere la foto profilo l’ho lasciato parcheggiato lì, tra le app che raccolgo nella cartella che ha per nome “lavoriamo?”.
Come spesso accade in questi casi, ho iniziato una fase di “ascolto” vedendo un po’ che facevano le persone che avevo deciso di seguire, ma a me non piace stare solo ad ascoltare, a me piace produrre contenuti e poterlo fare in un posto nuovo è sempre stimolante, così da qualche tempo (un mese? qualche settimana?) ho iniziato a “snapchattare” brancolando in principio nel buio, poi prendendo sempre più confidenza e infine capendo tutto di Snapchat (risate di sottofondo come nelle serie tv anni ’80 americane).
Il problema, come sempre, è che volevo capire come funzionava e non farlo funzionare per capire.
Ed ecco perché (mi piace) usare Snapchat
- Se hai tra i 28/30 e i 65+ sai che chi lo usa sta sperimentando come te, ha i tuoi stessi dubbi, è imbranato come te;
- Quando scopri una funzione corri dall’amico esperto di Snapchat a dirgli “tu lo sapevi?”. Io ho scoperto che se ascolti la musica mentre usi Snapchat la musica va sullo Snap in automatico e l’amica a cui l’ho detto non lo sapeva: momenti di gloria!!!;
- Tutto scorre, tutto scorre, tutto scorre: ieri hai fatto degli Snap strepitosi? Bene, oggi non ci sono più, quindi rilassati, snapchatta come ti viene: è questo che chi ti segue vuole vedere;
- È come Instagram all’inizio: riscopri il mondo attorno alle persone che decidi di seguire, ma lo fai in movimento, con le facce strambe, con le scritte. Tutto molto brutto, ma istantaneo, veloce e non ripetitivo. Nessuno (beh qualcuno lo farà vero?) snapchatta per due volte sullo stesso fiume, mentre su Instagram le foto dei piedi dall’alto c’è ancora chi le mette, wow;
- Quella cosa di metterti una maschera sulla faccia: certo che tra un po’ ci si stuferà, ma per ora vale tutto;
- Da quando uso Snapchat sono stato in Senegal con Donata, a Dublino con Gianluca, a Copenaghen con Luca, nel deserto con Simone, in Giappone con Alessia: e se ci sono stato io, ci puoi andare pure tu se hai un amico che usa Snapchat. E sì ci potevo andare anche con Twitter, Facebook e Instagram, ma la differenza sta nel modo in cui si usa Snapchat: “senza pensieri”;
- È il dietro le quinte delle foto belle che vedi su Instagram: seguo tanti fotografi su Instagram, alcuni raccontano su Snapchat il prima, durante, dopo delle foto di cui uno si innamora tutti i giorni su Instagram. Fai come me: smetti di seguire i tuoi amici e inizia a seguire fotografi che viaggiano e ti fanno vedere tutto il mondo;
- Quando non vuoi vedere cosa fanno i tuoi amici e/o le persone che segui puoi sempre andare sul canale del National Geographic (o negli altri) e allora m’è dolce il naufragar in questo Snap;
- Ho beccato una guida live di Londra da paura e casualmente potrai trovare tante altre cose che ti piacerà vedere;
- Finora è puro divertimento, non è per lavoro. Snapchat non è per lavoro: questo non vuol dire che le aziende non ci arriveranno o non ci dovrebbero stare. Infatti già ci stanno, ma non sono il parrucchiere dietro l’angolo, trovi grandi player che non stanno lì certo a mostrarti il loro prodotto in tutte le salse;
- Il linguaggio è diverso: non è video, non sono foto, non sono video-foto, è Snapchat e se non “snappi” godi solo a metà (questa è per Mafe);
- Sì è vero, è difficile e non intuitivo e per questo quando ci prendi la mano capisci che in realtà è semplicissimo e lo usi quasi ad occhi chiusi;
- Ci sarà sempre qualcosa che non sai fare su Snapchat, dannazione;
- Il linguaggio l’ho detto? Beh, è importante: se sei uno a cui piace raccontare le cose, se ti piace più creare contenuti che fruirne (o almeno, 50% e 50%) è un buon momento per buttarti nella mischia;
- La chat non serve. Quelli dell’età del punto 1 non usano Snapchat come chat perché scompare tutto ed è una cosa fuori dalla nostra portata, quindi non è una cosa che crea problemi. Se devi dire una cosa ad un amico fuori dal linguaggio di Snapchat gli scrivi su Whatsapp, Teleagram, iMessage, etc., oppure lo chiami. Sì lo chiami. Se invece vuoi mandare una faccia col filtro, allora quella chat serve;
- No, non è come fu per Vine o Periscope, qui c’è qualcosa che va oltre, vedrai;
- Tra un po’ bisognerà reinventare l’uso e quelli si inventeranno qualcosa di nuovo.
Ok, come vedi tutte cose molto opinabili, personalissime, che non possono valere per tutti: Snapchat è esattamente questo.
Opinabile, personale, univoco.
Bonus track.
Lista a futura memoria di alcune (chiaro che seguo più persone, ma non avrebbe senso citarle tutte, altrimenti che lista è!) delle persone che conosco personalmente e che ho seguito all’inizio su Snapchat, tra qualche anno ci rideremo su, come quando ora ricordiamo gli inizi di Twitter. In ordine (non) cronologico:
Stefano e Riccardo (Gnambox), Carlo Vischi, Donata Columbro, Gianluca Diegoli, Luca di Marco, Alessia Marchioro, Francesca Gonzales, Oriana, Simone Bramante, Sonia Grispo, Giulia Ficicchia, Marta Milanese, Vittoria.
Update.
Manco il tempo di mettere on line il post che ieri sera Snapchat ha rilasciato un aggiornamento, inondando di emoticons la chat e rilasciando nuove funzioni in chat, qui di seguito “lo spiegone” solo per chi lo usa già, per gli altri, ricordatevi: “Il problema, come sempre, è che volevo capire come funzionava e non farlo funzionare per capire”