al libro di Gabriele Pescosolido, ‘Scritture Poesie in forma di Versi’.
C’è un foglio a4 giallognolo che discretamente mi segue da circa 29 anni. Discretamente perché senza arroganza s’impone in attenzione in momenti casuali quando tra una cosa e un’altra lo sguardo vi trova conforto. Si muove all’interno della cornice in cui è riposto e mai sta fermo. E ogni lettura è come se fosse la prima. Non ho mai avuto bisogno di imparare a memoria quella poesia di Gabriele perché è sempre lì, quando serve, a ricordarmi che “[…]la nostra perplessità/è qualcosa di dolce e di severo/che la nostra storia è amara coscienza[…]”. Battuta a macchina, ha su un fianco anche qualcosa scritta a mano. Illegibile perché di tempo ne è passato. 29 anni, appunto. Si intitola “A Rocco”. Allora mille volte ho pensato a come possa essere nata quella poesia. Forse il non averlo mai saputo la rende ai miei occhi ancora più misteriosa. Il non averne mai parlato con chi l’ha scritta la avvolge nel silenzio di qualcosa di importante. Forse, come mi ha scritto Gabriele in una recente email, la risposta sta “nei profondi luoghi dell’anima, dentro le nostre storie: diverse, distanti, ma che da 29 anni tacciono se stesse, e forse continueranno a farlo anche dopo questo libro, l’una all’altra.” Così queste “Scritture. Poesia in forma di versi” ai miei occhi distratti e lontani dalla poesia appaiono misteriose e conflittuali. Agitate dai profondi luoghi dell’anima. Impastate di rabbia e rassegnazione, di sogno e realtà. Frutto, ipotizzo, di un conflitto che genera la scrittura in forma di versi. Il quotidiano in forma di poesia. Una lotta che trova forma e sostanza nei versi, che siano personali o che riguardino meno il particolare aprendo lo sguardo oltre il proprio orizzonte. Questi versi convincono e interrogano, non lasciano indifferenti, spingono all’immedesimazione. Preparano la riflessione, come fosse un campo da lavorare. Aiutano a rallentare, spingono a pensare, a chiedere e a chiedersi. Propongono angolazioni impreviste, concimano sopite irrequietezze, stuzzicano la tranquillità, seducono. Lettura dopo lettura, facilmente conducono “[…]dove/ le circostanze inconsapevoli eppure intime/della coscienza favoriscono le illusioni/senza mentire senza capire”.