Serendipity è il piacere della scoperta.
Così oggi mentre leggevo l’articolo di Roberta Milano su Pionero.it su foto ed emozioni ho chiaramente gongolato nel vedermi citato sia in due articoli scritti su wired.it sia su due tweet. Ma se gli articoli li conoscevo bene e ritengo non sia difficile archiviarli, sui tweet mi sono detto: ma Roberta che fa, si conserva tweet di mesi precedenti e poi li riusa?
Forse sì, forse no. Ovviamente non mi sono sognato di chiederlo (ero lì a “felicitarmi” con me stesso).
Allora sono andato vicino al monitor a vedere i tweet e c’ho cliccato sopra. Rimandavano ad un pdf. Ad un pdf?
Ma cos’è? Guardo e vedo che è un libro con i tanti tweet sulla Social Media week a Torino del settembre 2012.
E io non lo sapevo? Evidentemente non lo sapevo. Lo apro, lo leggiucchio un po’ e mi metto a scrivere subito questo post.
Due riflessioni. Anzi tre. Veloci. Anzi velocissime.
La prima. Ma come minchia me l’ero perso?
La seconda. Trovo operazioni come queste non solo utili, ma indispensabili. Lasciamo stare la qualità dei tweet, o delle scelte editoriali. Belle o brutte che siano in questo caso non mi importa (cioè, sono ottime visto che ci sono tanti miei tweet, è evidente). Qui il punto è che ad uno come me che è fissato col live-tweeting degli eventi, che dice di essere un “social-media-reporter”, che è stato anche contaggiato dal virus del racconto collaborativo, una cosa del genere calza a pennello. Perché serve a fermare qualcosa che per sua natura deve correre. E non me ne frega nulla se state storcendo il naso dicendo che non è il primo caso al mondo e bla bla bla.
La terza. In un sabato pomeriggio dove avevo mille altre cose da fare: serendipity! A me che sia stato fatto un “tweet-libro” su quell’evento, che io abbia scoperto http://trytweetbook.com/ e ovviamente @udieci m’ha preso benissimo.
Tanto che me lo ri-leggo con calma. E’ qui.