Me ne devo fare una ragione: sono disordinato.
Devo anche arrendermi all’idea di non essere un genio. Fin quando sei un genio il disordine te lo perdonano. Ma quando non lo sei è un casino. Ecco, io non sono un genio e sono disordinato.
La scrivania, quella del computer dico, è piena stracolma di file che si accatastano. La scrivania, quella vera dico, maschera un ordine che non esiste nei fatti: carte accatastate e uno spazietto per il computer. Questa è quella di casa, dove non ci lavoro mai. Prendo il portatile e vado nel tavolo di cucina, che dovendoci mangiare è ovvio che è sempre libero. La scrivania in ufficio è un po’ più decente, perché appunto è in un ufficio con altre persone e bisogna mascherare: scatole ikea che se alzi il coperchio. Vabbè.
Vogliamo parlare dei vestiti che si accatastano come la Torre di Pisa? O i cd? No, vado avanti. Non è neanche vero che nel caos uno trova le cose: i disordinati hanno fortuna. Io ho fortuna quando trovo cose che cerco: spesso infatti non le trovo.
Allora quando mi è stato chiesto da Media World di fotografare la tecnologia che porto dentro la borsa mi sono un po’ vergognato: tutta la tecnologia? E tutto il resto? Quell’utilissimo biglietto del treno dell’anno scorso che “ordinatamente” risiede lì serve? E gli occhiali da sole che sole ancora non c’è? Beh, utilissimo anche un taccuino con nessun foglio disponibile, un pennarello che non scrive più, etc. etc. etc. Su tutti, ovviamente, la mia cornetta telefonica che mi porto dietro (spesso e volentieri) sperando di usarla senza vergognarmi: alla fine la uso solo in ufficio.
In ogni caso, ho tirato fuori le cose che ci stavano dentro, ho composto il mio ritratto e la foto è quella che vedete sopra.
Se non siete disordinati come me (ma anche se lo siete, oh!) Media World vi invita a fotografare la vostra technobag, così da scoprire se siete “techno-nerd, techno-chic, techno-sport”.
Io, per la cronaca, sono techno-disordinato.