Non sono mai stato a Milano. Mai. Neanche da piccolo, nè in gita, nè per 5 minuti. Solo all’aeroporto, ma non ho messo mai la testa fuori. Non l’ho respirata l’area di Milano.
Non ci sono mai stato perché il luogo comune di città grigia è sempre stato presente in me. Roma, invece, l’ho avuta sempre tra i piedi. Colorata e caciarona.
Non ho mai avuto la necessità di andare a Milano. Andavo a Roma, e questo mi è sempre bastato. Adesso però Milano mi tenta. E non penso che sia cambiata, penso ad essere cambiato io. Ci sono state sempre “altre” città che mi hanno tentato. In alcune ci sono stato e mi hanno deluso, in altre ci ho anche vissuto e ci ritornerei subito.
Ho scritto per anni in una rivista che veniva fatta a Milano, con persone che ci vivevano e non mi è mai venuta la voglia di prendere un aereo e andarci e non perché non fossero interessanti le persone, anzi, tutta gente che avrei voluto conoscere non solo tramite email e telefono. E’ solo che vivevano a Milano, quindi…
Adesso che il giro di boa dei trenta coincide con certi mutamenti e movimenti, Milano mi stuzzica, mi bussa alla porta, mi frulla in testa, come una idea, un luogo, un intreccio di relazioni, di possibilità, di cose che si possono fare, che altrove non puoi, perché Milano non è solo Milano, è un grande incrocio.
Probabilmente, la mia, è una idea costruita anche grazie al nulla con cui bisogna sgomitare se fai quel che faccio adesso e dove lo faccio in questo momento. Se guardo attorno a me vedo tante realtà valide e persone valide che sgomitano con il nulla più di me, meglio di me, da più tempo di me.
Speriamo bene.